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L’autore, muovendosi nella prospettiva critica dell’antropologia medica, dopo aver discusso del modello marocchino di gestione della crisi sanitaria da Covid-19, riporta alcune narrazioni della pandemia in questo paese del Maghreb. Tali voci sono raccolte a Marrakech, nella cornice di un più ampio progetto di ricerca sullo studio delle componenti sociali e culturali della malattia cronica già avviato nel 2018 e riconosciuto come ‘Missione Etnologica Italiana in Marocco’ dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale nel 2020. A causa della crisi sanitaria con le conseguenti limitazioni imposte agli spostamenti e l’impossibilità a proseguire in loco la ricerca avviata e sviluppata nei due anni precedenti, le narrazioni qui esaminate sono state raccolte a distanza, nell’ambito del campo già tracciato, con un approccio di etnografia digitale, attraverso web e social media.

Secondo l’IDF DIABETES ATLAS (2019) nel mondo ci sarebbero circa 463 milioni di persone affette da diabete di cui 232 milioni non diagnosticate, di queste oltre 50 milioni in Medio Oriente e in Nord Africa (Area MENA). In Marocco, in particolare, sono stati rilevati nel 2019-2020 più di 1 milione e 700 000 diabetici adulti con una prevalenza pari a circa il 7,4% della popolazione. Tale prevalenza, secondo alcuni, risulterebbe tuttavia sottostimata per la difficoltà a tracciare tutti i casi realmente presenti su di un territorio dall’elevata complessità geografica, socioculturale e linguistica. In Marocco, dunque, moltissime persone soffrono di diabete, all’interno di un complesso contesto socioculturale dove ad oggi è presente un certo pluralismo medico e il ruolo della religione islamica appare centrale nella sua rappresentazione e in alcune pratiche relative alla sua gestione. L'articolo descrive il progetto di ricerca antropologica avviato nel 2018 sullo studio del diabete in Marocco, in collaborazione con gli scienziati sociali e con gli endocrinologi dell'Università Cadi Ayyad di Marrakech. Tale progetto ha ricevuto nel 2020 il riconoscimento ufficiale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) come "Missione Etnologica Italiana in Marocco".

Confraternite, santi e spiriti. Indagini in Marocco. Parte I e “O tu che viaggi e lì ritorni”. Pratiche rituali e tradizioni musicali femminili a Meknes. Indagini in Marocco. Parte II, firmate da Silvia Bruni ed edite nella collana editoriale blind peer review VeStA (Visioni-espressione-Scienze-trasmissione-Arti) di Nota (Udine) nel 2020, si configurano come le due tappe di un’originale indagine antropologica sul rapporto tra rito, musica e genere in Marocco, sul fenomeno delle confraternite religiose, sul culto dei santi e degli spiriti.

Il numero 1 anno 2021 della rivista EtnoAntropologia, che ci accingiamo a presentare, ospita due impegnative sezioni monografiche su tematiche di cogente attualità, la prima, curata da Carlo Capello, Panas Karampampas e Jutta Lauth Bacas, dal titolo The Future(s) of the Mediterraneans: Between Uncertainty and Resilience, la seconda, curata da Fiorella Giacalone, intitolata Riflessioni al tempo del covid: relazioni di cura, forme di socialità e gestione della morte. A completare il numero si aggiunge una breve sezione di miscellanea e un paio di recensioni.

Fuori Luogo. Rivista di Sociologia del Territorio, Turismo, Tecnologia, V. 4 N. 2 (2018): Rivista di Sociologia del Territorio, Turismo, Tecnologia

L’autore riflette, nell’ambito della prospettiva critica dell’antropologia culturale, sulla questione dell’impatto degli agenti inquinanti sui corpi umani trasformati in corpi tossici, alterità ecologiche caratterizzate da vulnerabilità e diseguaglianze sociali, ma proprio per questo testi vivi in grado di raccontare storie di contaminazione ambientale globale, malattia, potere, sfruttamento, ingiustizie e oppressione. I corpi tossici svelano l’inevitabile intreccio tra natura umana e materie non umane, richiedendo una significativa responsabilizzazione collettiva, un ripensamento complessivo del rapporto tra cultura e natura e più adatte strategie etiche e politiche di cui già da tempo, come mostrano gli storici dell’ambiente, le donne si sono fatte attive promotrici., La camera blu. Rivista di studi di genere, N. 18 (2018): Distruzioni ambientali: testimonianze e lotte di donne

Attraverso un percorso che si snoda tra mito, storia e cultura, l'articolo propone quello dell'isola di Capri come un caso di studio suggestivo nella prospettiva di un contributo storico-culturale all'antropologia del turismo con un focus sul Mediterraneo. Dal classico mito delle sirene, la narrazione di questo luogo antropologico mediterraneo si sviluppa fino al mito contemporaneo dell'isola blu, polo di attrazione per viaggiatori, artisti e intellettuali, per attraversare i significativi cambiamenti sociali e culturali che ne hanno profondamente trasformato la rappresentazione dalla metà del XX secolo fino alla globalizzazione degli ultimi decenni con la diffusione del turismo di massa.

L’articolo riflette, nell’ambito della prospettiva dell’antropologia medica e con riferimento a una precisa storia al femminile, raccolta sul campo, un contesto sanitario, sull’esperienza vissuta della malattia cronica come ferita del corpo e sulle potenzialità trasformative del processo di narrazione della malattia stessa. Si tratta del racconto di una donna di trentotto anni, diabetica dall’infanzia, in merito all’esperienza della nuova diagnosi di diabete anche in sua figlia adolescente, narrato durante la degenza ospedaliera. Dalla storia appare chiaro che la malattia organica comporta nella persona una riorganizzazione dell’immagine di sé, del mondo e delle relazioni e si evidenzia come il processo narrativo può favorire una creativa elaborazione dell’esperienza., La camera blu. Rivista di studi di genere, N° 14 (2016): Ferite

Level of evidence and grade of recommendations according to the National Guidelines System [4]. (DOCX 15Â kb)

Table S1. Binary Logistic Regression analysis: Coddington Life Event Scale (CLES) versus Total Severity Score and Alexithymia Questionnaire for Children (AQC). (DOCX 20 kb)

A diagnosis of chronic illness of a child has a pervasive impact on the life of the family. Parents play a crucial role in their child’s illness experience in that they build the context for the meaning-making and the strategies to face the illness (Freda et al. 2016). In this mixed-method study we intend to explore: 1) the relation between parents’ elaboration of the diagnosis, parents-children dialogues about the illness and the management strategies in daily life;2) the influences of the the specificity of the diseases on these processes. To date, we administered the Reaction to Diagnosis Interview (RDI)(Marvin & Pianta,1996), and another ad-hoc structured interview on symptoms interpretations, parent-children dialogues and on the management strategies(Savarese et al, in press) to 40 parents of children affected form 3 different chronic diseases: Hereditary Angioedema(group1), Rheumatoid Arthritis(group2) and Diabetes(group3). Results from the analysis of the interviews show that in group 1, 82% are “resolved”; in group 2, 43% are resolved, and in group 3, 50% are resolved. In all the groups, dialogues in families with unresolved classifications are characterized from the lack or the confusion of the explanations about the the disease. These classifications will be discussed with reference to the critical areas of each disease. Moreover, the unresolved classifications are linked to strategies of avoidance that convey in heavy limitations in the physical as well as the emotional expression of the children. On the other hand, resolved classifications are linked to strategies for the promotion of resilient skills in children. In the light of the intention to develop a model of intervention for the support of the health-care relation, these results show the crucial role of parents’ elaboration of their child’s diagnosis for the construction of resilient strategies for the management of the diseases.

Background: Recent studies on adults report psychological stress among the trigger factors of Hereditary Angioedema(HAE) attacks (Fouche at al.,2013;Zotter et al.,2014). Objective:to explore the role of emotions and stress in the onset of symptoms in a group of paediatric patients with HAE and in two control groups. Methods: to date, 25 children with HAE, and 25 children from 2 control groups (diabetes and rheumatoid arthritis(RA)) together with their parents, have been administered: a structured interview on the illness experience and a self-reported scale on illness severity; 3 scales on stress, alexithymia and emotional awareness to children (CLES, Coddington,1999;AQC, Rieffe,2006;LEAS-C, Ciarocchi,2001). Results:From the interviews: 80% of parents of HAE children report the belief that psychological stress and intense emotions trigger the symptoms, 65% of parents of children with diabetes think that anger and anxiety are associated to hyper or hypo-glycaemia, only 30 % of parents of children with RA believe stress can exacerbate the illness. From the scale stress: children with HAE report higher levels of stress comparing with the other groups (75% HAE,60% diabetes, 50% RA). From the scale on alexithymia: all the groups report a high impairment in the ability to recognize and name one’s own emotions (78% HAE, 90% diabetes and 85% RA). From the scale on emotional awareness too, all the groups report a broad impairment, a bit higher for HAE children (80% of children with HAE, 75% of children with diabetes, 65% of children with RA). Conclusion: Paediatric patients with HAE show higher stress levels than the control groups. All the groups show a broad deficit in emotion regulation competencies. Stress is widely recognized to be a trigger both in HAE and in diabetes. The link between psychological stress and symptoms seems not to follow a causal relation. The links between HAE pathogenesis and neurochemical pathways of emotions need to be elucidated by further research.

The paper reports, even if fragmentarily, in a multidisciplinary perspective, with a broad view of historical and cultural background between the nineteenth and twentieth centuries, the stories of some “uranisti” and “amazzoni” living in Capri. For them the Siren Land by Homer is a unique microcosm of homosexual liberation, where rediscovering freedom and renewing the communion with the original spirit of nature. So Capri becomes also the Hermafrodita, transformed thanks to the presence of these special travelers and writers in a creative en plein air laboratory, where languages, cultures, and sexualities meet and merge into the dream island despite the heteronormativity of contemporary society. From Wilde to Fersen, from Douglas to Mackenzie and others, at the turn of the nineteenth century, the island is a natural theater of narrations, sometimes realistic, sometimes fantastic, creating a unique cultural experiment about identity, gender and sexuality beyond the heteronormative constraints. Keywords: Cultural studies, Gender studies, homosexual identity, heteronormativity, Capri., AG About Gender - Rivista internazionale di studi di genere, V. 4, N. 7 (2015): L’eteronormatività tra costruzione e riproduzione

Il presente contributo costiuisce al tempo stesso una ricostruzione storico-antropologica della figura del "femminiello" napoletano ed una riconsiderazione degli effetti prodotti dall'affermarsi del dispositivo discorsivo transessuale sui differenti processi di soggettivazione. In quest'ottica, la figura del "femminiello" viene immaginata quale luogo sociale/privato funzionale all'allestimento di una mappa di ipotesi utili ad una nuova possibile interrogazione delle cosiddette "nuove identità sessuali".

Il presente contributo mira a realizzare un decentramento della questione transessuale dal campo della Clinica a quello dell'Analisi Sociale. Rimarcando al contempo, tuttavia, anche la necessità di un ripensamento della teoria psicoanalitica delle sue categorie interpretative, viene proposta una riflessione su tale specifica declinazione dell'esistente umano, ricollocando la stessa all'interno del fenomeno del transgenderismo. In tal modo, viene riarticolata la spinta interrogante della condizione transessuale, che viene, quindi, ad essere intesa quale figura emblematica della condizione post-moderna.

This paper aims to investigate the role of the digital in facing the social and practical impact of the Covid-19 pandemic on particularly fragile and affected realities, Third Sector Organizations (TSO), in a context pervaded by structural and socio-economic weaknesses, the Campania Region in south Italy. It analyzes the digital object as: 1. a process - digitization/digitalization and digital transformation, 2. as a scenario - in which identities, activities, and alternative spaces of use or data collection transit and are constructed, and as 3. skills and capabilities - as social capital and value. This re-framing work is intended to be a useful tool for reflecting on the role of digital in research processes, while also offering a contribution to the debate on the Third Sector in contexts of crisis, such as the one generated by the COVID-19 pandemic, that impact its existence, activity, shape, and perspectives., Italian Sociological Review, Vol. 13 No. 2 (2023)

Questo di Fiorella Giacalone, edito nel 2021 da FrancoAngeli (Milano) nella Collana di Antropologia culturale e sociale con double-blind-peer-review, è un volume interessante perché affronta, ripercorrendo ricerche svolte dall’autrice dall’inizio degli anni Duemila a oggi, alcune significative dinamiche relazionali e affettive relative a generazioni di donne musulmane in Italia, con particolare riferimento all’Italia Centrale e all’Umbria, ma non solo. In esso vengono più in dettaglio evidenziati e analizzati quei processi di cambiamento che le migrazioni attivano, sia nelle pratiche religiose che nell’identità di genere, creando nuove e inedite dimensioni del femminile nel passaggio tra prime e seconde generazioni.In questo modo il volume, forte della lunga esperienza etnografica svolta nel tempo da Giacalone, si inserisce in modo originale, e con un contributo specifico riguardante l’Italia, all’interno di un ampio e complesso dibattito, quello relativo al dato che spesso le donne musulmane sono oggetto di discriminazione a più livelli.

Il numero 1/2022 della rivista EtnoAntropologia, che qui di seguito introduciamo brevemente, si apre con una corposa sezione monografica curata da Fulvia D’Aloisio e Simone Ghezzi. Tale sezione è dedicata al tema del lavoro, focus centrale delle etnografie degli autori che vi contribuiscono, con una particolare attenzione, nei loro campi di ricerca, al cambiamento accelerato che sta investendo vari settori produttivi di beni e servizi. Il numero include un ulteriore articolo nell’area miscellanea insieme a due recensioni; infine ospita una sezione in ricordo di Luigi Maria Lombardi Satriani scomparso lo scorso 30 maggio. Dei vari contributi enunciati si riportano di seguito sintetici cenni rimandando alla loro lettura.