Le specie esotiche invasive si diffondono soprattutto in aree antropizzate, dove riescono ad occupare spazi lasciati liberi dalle specie autoctone e dalle comunità da esse edificate. In questi ultimi anni, tuttavia, numerose specie arboree ed arbustive esotiche si stanno diffondendo in Italia, oltre che in ambienti disturbati, anche in aree naturali e semi-naturali. È questo il caso dell’ailanto (Ailanthus altissima (Mill.) Swingle), una delle specie arboree esotiche invasive più diffuse e dannose negli ecosistemi forestali temperati e mediterranei di tutto il mondo. Dal punto di vista ecologico, l’ailanto mostra tutti i caratteri tipici delle specie pioniere arboree: rapido accrescimento iniziale, precoce raggiungimento della maturità sessuale, abbondante produzione di seme a facile dispersione anemocora. La sua straordinaria capacità di sopportare condizioni ambientali di intenso e frequente disturbo antropico, e di elevato stress abiotico, hanno reso l’ailanto una pianta simbolo di aree fortemente antropizzate e degradate (ambienti urbani e sub-urbani, aree estrattive, discariche, ecc.), dalla ristretta variabilità di condizioni stazionali e dal basso interesse naturalistico. Questa innegabile peculiarità ha probabilmente contribuito a sottostimare e trascurare la sua altrettanto elevata abilità di diffondersi e insediarsi in ecosistemi forestali naturali, dove altera significativamente le dinamiche del soprassuolo forestale, ne rende più difficile e onerosa la gestione, e minaccia direttamente anche specie e habitat meritevoli di essere conservati. Pur mostrando una certa difficoltà di ingresso all’interno di ecosistemi forestali poco disturbati e con limitata disponibilità di luce, l’ailanto possiede un’eccellente capacità di attendere, in condizioni sub-ottimali, il realizzarsi di condizioni favorevoli al suo progressivo e definitivo insediamento. L’improvvisa riduzione della copertura arborea dominante a seguito della caduta di alberi senescenti, o l’apertura di gap o buche, o incendi, sono situazioni in cui l’ailanto è generalmente molto competitivo rispetto a specie arboree eliofile quali aceri e frassini. Dopo essersi affermato nel sottobosco, l’ailanto può rapidamente raggiungere il piano dominante e innescare un progressivo ed inesorabile processo invasivo, rendendo molto difficile il ripristino delle condizioni che precedevano l'invasione e delle dinamiche evolutive naturali. In effetti, l’elemento distintivo più caratteristico dell’ailanto è la sua amplissima valenza ecologica, che gli ha consentito di invadere una vasta gamma di habitat, probabilmente superiore a qualsiasi altra specie legnosa esotica. Invasive alien species mainly spread in landscapes with strong human influence, where they are able to outcompete native species over open areas. In recent years, however, a number of exotic tree and shrub species are spreading over Italy in disturbed environments, as well as in natural and semi-natural areas. Ailanthus altissima (Mill.) Swingle (tree of heaven) is one example of invasive alien tree species widespread and harmful of temperate and Mediterranean forest ecosystems worldwide. From an ecological point of view, Ailanthus shows all the typical traits of pioneer woody species: rapid initial growth, early sexual maturity and abundant seed production with anemocorous seed dispersal. Ailanthus has an extraordinary ability to adapt to environmental conditions of intense and frequent human disturbance, and of high abiotic stress, making it a symbolic plants of highly impacted and degraded areas (urban and sub-urban sites, extractive areas, landfills, etc.), with a restricted variability of environmental conditions and a low nature value. This undeniable peculiarity has probably contributed to underestimate and neglect the high ability that Ailanthus has to spread and establish in natural forest ecosystems, where it alters the forest stand dynamics, making costly and difficult its management, and it also directly threatens species and habitats of conservation interest. Even though Ailanthus seems to be capable of invading forest ecosystems with low disturbance, especially those with limited light availability, it is an opportunistic species and therefore, under sub-optimal conditions, can progressively invade and establish areas in which favorable conditions are created. The reduction of the dominant tree cover due to gap formation, or wildfires, are ecological situations in which Ailanthus is very competitive compared to light-demanding tree species such as maples and ash trees. After the establishment in the understory, Ailanthus may quickly reach the dominant tree layer, thus triggering a progressive and inexorable invasive process, making it very difficult to restore pre-invasion conditions, as well as natural successional dynamics. The most distinctive feature of Ailanthus is its large ecological plasticity, which has allowed it to invade a wide range of habitats, probably higher than any other exotic woody species.