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In questo studio vengono esaminate alcune pratiche epistolari di tre regine del Regno di Napoli: Maria d'Ungheria, Sancia di Maiorca e di Giovanna I. Le tre sovrane, durante i loro lunghi regni, diedero prova sia di fronte alle emergenze militari che politico-diplomatiche del Regno sia nelle loro iniziative personali di promozione religiosa e artistica, di grandi capacità manageriali, così come di personalità autonome che si riflettono nelle rispettive missive scritte da loro, o piuttosto dalle loro cancellerie. Il saggio si basa principalmente su documenti inediti conservati nell'Archivio della Corona d'Aragona di Barcellona.

L’indagine è rivolta a due interessanti personaggi, Tigartao e Amage, regine barbariche della costa settentrionale del Mar Nero, le cui peculiari vicende ci sono state tramandata da un’unica fonte: Polieno. Interessante è la rappresentazione fornitaci delle due protagoniste femminili, del tutto diversa da come solitamente sono descritte le regine ellenistiche. We intend to investigate two interesting characters, Tigartao and Amage , barbarian queens of the Northern coast of the Black Sea region, whose peculiar events we have been handed down from one source : Polyaenus . Their representation given to us is very interesting and it is quite different from the usual description of the Hellenistic queens ., HISTORIKA Studi di storia greca e romana, Vol 3 (2013)

National audience

Nell’immaginario di parecchie generazioni di studenti le donne al potere sono apparse come un elemento del tutto accidentale, un’interruzione della trasmissione della regalità per via maschile. Tuttavia, nel medioevo e nella prima età moderna le successioni femminili al trono sono state parecchie. Le vite di regine e reggenti, nella maggior parte dei casi, sono state raccontate dai contemporanei come feuilletons, che hanno impresso anche nel nostro senso comune ritratti di donne deboli, inaffidabili o schiave di vizi innominabili. La pretesa anomalia della regalità femminile è stata spiegata anche come un’eccezione felice che si può verificare quando le sovrane non sono né propriamente donne né propriamente sessuate: guerriere «virili» ritratte nei panni di Pantasilea, regina delle Amazzoni, o sante donne, effigiate come emule della vergine Maria o della casta Diana. Soprattutto nel XVI secolo il monstruum, l’evento inaudito e contro natura, di una successione femminile, irrompendo platealmente sulla scena politica, venne deprecato da pamphlet feroci o trasfigurato da simbologie che distoglievano l’attenzione da scabrose realtà, come il rifiuto del matrimonio e la dubbia legittimità di Elisabetta Tudor. Per chi riusciva a far valere i propri diritti al trono rimaneva infatti l’imbarazzante alternativa tra non sposarsi o essere subordinata al marito. Solo a partire dalla regina Vittoria si creò la figura istituzionale del principe consorte, marito di una sovrana per diritto proprio e quindi gerarchicamente inferiore a lei. Ai nostri giorni, la successione femminile al trono è ormai possibile ovunque; eppure l’idea anacronistica della regalità femminile come eccezione sembra sopravvissuta: solo in Svezia si è affermata l’idea che erede al trono sia il primogenito della coppia reale, senza distinzione di sesso, mentre i tabloid hanno espresso sconcerto per la sorte della monarchia spagnola e per il principe Felipe di Borbone, finora padre di due principessine. .

L’autore commenta la sezione monografica Il patrimonio delle regine: beni del fisco e politica regia fra IX e X secolo, sottolineando l’elasticità dei percorsi seguiti da ciascun autore pur nell’ambito di un questionario comune assai preciso, percorsi che consuonano pienamente con la diversità dei casi presi in esame. L’insieme delle ricerche contribuisce così, in un dialogo stretto con la storiografia contemporanea ma in egual misura con quella precedente, a chiarire l’uso consapevole ed elastico delle terre del fisco regio nei dotari delle regine e l’articolata funzione delle fondazioni monastiche in tale prospettiva., Reti Medievali Rivista, Vol 13, N° 2 (2012)

La vicenda patrimoniale di Ageltrude, che proviene dai duchi di Benevento ed è moglie del primo imperatore non carolingio in Italia, è documentariamente piuttosto accidentata ed è ricostruibile nella sua articolazione soppesando un gran numero di informazioni. Ageltrude può gestire il dotario costituitole con beni fiscali da Guido, dei duchi di Spoleto, e dal figlio Lamberto per un tempo veramente breve e in una fase particolarmente conflittuale, quale è l’ultimo decennio del secolo IX. Tuttavia, se si osservano le potenzialità insite nella gestione di beni fiscali, si può constatare che il pur sostanzioso dotario nella città di Pavia risulta troppo concentrato per poter essere usato quale trampolino per una politica di consolidamento e di attivazione di relazioni. Tale funzione è assolta piuttosto da altri beni sparsi trasmessi ad Ageltrude e soprattutto dall’immissione in un sistema di relazioni di cui si è in grado di apprezzare solo qualche spezzone. L’ex imperatrice persegue strenuamente un progetto, avviato da Guido e Lamberto, che è sia di consolidamento personale sia di appoggio al fronte che si oppone all’imperatore Berengario., Reti Medievali Rivista, Vol 13, N° 2 (2012)

Attraverso la ricostruzione della consistenza patrimoniale e della dislocazione territoriale dei beni che costituivano i dotari delle prime tre regine della dinastia ottoniana è possibile constatare la notevole importanza di tali beni sia per la loro cospicua estensione sia per la rilevante funzione strategica dovuta alla loro collocazione. Già Enrico I, il primo re della dinastia, dotò sua moglie Matilde con numerose curtes che appartenevano alla zona di più antico e forte radicamento della famiglia ottoniana, cioè la Sassonia orientale e la Turingia. Proprio il controllo di questi importanti beni fu la causa dello scontro fra Matilde e suo figlio Ottone I quando nel 938 la madre appoggiò le pretese al trono del figlio minore Enrico durante una rivolta contro Ottone. Il dotario di Edgith, la prima moglie di Ottone, era costituito dall'ampia curtis di Magdeburgo, che divenne luogo di grande rilevanza simbolica e politica grazie alla sepoltura della coppia regia e per la sua elevazione ad arcidiocesi cui fu affidato l'inquadramento dei territori slavi a est dell'Elba. L'insieme dei beni concessi in Germania da Ottone ad Adelaide, la sua seconda moglie, è di difficile ricostruzione nel dettaglio, ma era sicuramente di grande ampiezza in continuità con il dotario di Matilde, anche se rispetto a questo le curtes erano dislocate su un territorio più vasto comprendente sia la Sassonia orientale e la Turingia, sia l'Alsazia e la Franconia., Reti Medievali Rivista, Vol 13, N° 2 (2012)

La mia tesi è strutturata in quattro capitoli, tre dei quali incentrati sulle figure delle regine i cui viaggi a scopo matrimoniale sono stati da me analizzati e approfonditi. Il primo capitolo verte sul concetto di viaggio sia dal punto di vista materiale che da quello ontologico. Nel corso dei secoli il viaggio materiale ha subito molti cambiamenti, inutile dire infatti che un viaggio svolto in età moderna era più impegnativo dal punto di vista pratico di un viaggio svolto nell'era contemporanea del tutto compreso. Il viaggio però ha mantenuto le sue caratteristiche ontologiche, la curiosità, intesa come desiderio di scoprire cosa esiste al di là della propria quotidianità, del viaggiatore di oggi è la stessa che anima il viaggiatore delle varie epoche storiche. Un'altra teoria riportata nel primo capitolo della mia tesi è il forte cambiamento che esercita l'arte del viaggiare su ogni singola persona, è come se il viaggiare ci spogliasse di alcuni strati facenti parte il nostro essere ed è questo assottigliamento del proprio io che ci libera di caratteristiche ambientali e culturali del vissuto che faceva ormai parte di noi prima di diventare viaggiatori. Il viaggio è quindi una sorta di purificazione. Negli altri tre capitoli mi soffermo sui viaggi da me studiati e approfonditi svolti dalle tre regine Eleonora d'Austria, Maria Anna d'Asburgo-Spagna e Maria Ludovica Gonzaga Nevers. I suddetti viaggi sono stati analizzati sia dal punto di vista materiale che da quello personale, mi sono soffermata sulla durata del viaggio, sui mezzi di trasporto utilizzati, sulle spese affrontate, sulla complicata macchina cerimoniale organizzata per ricevere donne di così alto rango e infine sulle cerimonie matrimoniali e sui seguenti banchetti, balli e musica per festeggiare le tre unioni. Dal punto di vista personale i tre viaggi rappresentano il passaggio di queste donne dall'adolescenza all'età adulta attraverso il doloroso abbandono della terra natia per andare ad unirsi in matrimonio con un uomo a loro per lo più sconosciuto. Documento anche la sofferenza provata dalle tre giovani donne espressa attraverso lunghi addii e pianti causati da una partenza definitiva e probabilmente non desiderata. Le fonti da me studiate per riportare nella mia tesi al meglio i viaggi compiuti dalle tre regine sono: la prima parte del testo a stampa del Le Laboureur conservato presso la Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Roma, Histoire et relation du voyage de la royne de Pologne, et du retour de madame la mareschalle de Guébrian, ambassadrice extraordinaire, & sur-intendante de sa conduitte. Par la Hongrie, l'Austriche, Styrie, Carinthe, le Frioul, & l'Italie, per lo studio del viaggio di Maria Anna d'Asburgo mi sono basata sullo studio del manoscritto cartaceo Passaggio della Regina d'Ungheria di carte 20 contenuto nelle Carte Bellini e conservato nell'Archivio Storico della Santa Casa di Loreto, Relatione del viaggio per lo Stato de Santa Chiesa dalla Serenissima Regina d'Ungheria all'illustriss. Et eccell. Il Sig. Marchese de Bagni regina d'Ungheria testo a stampa conservato presso Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Roma e infine Il passaggio di D. Maria d'Austria Regina d'Ungheria per lo Stato Ecclesiastico l'anno 1631, testo a stampa conservato presso la Biblioteca L. Jacobilli di Foligno. Per quanto riguarda l'ultimo viaggio da me preso in considerazione, ossia quello svolto da Eleonora d'Austria ho usufruito dell' Instruzione lasciata da Monsig. Galeazzo Marescotti Inquisitore di Malta à Monsignor Ranuzzi suo successore, Relazione della Nunziatura di Polonia fatta dal suddetto Monsignor Marescotti negli anni 1668-1669-1670, conservata presso l'Archivio Segreto Vaticano e della - Relatione del viaggio della sacra cesarea Real Maestà dell‟imperatrice Eleonora nell‟accompagnare la serenissima Leonora sua figlia alle nozze reali in Polonia, testo a stampa conservato presso la Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Roma. Francesca Quatrini‟s doctoral thesis focuses on the travels done by three queens during the XVII century for marriage reasons. The Three protagonists are: Maria Anna Habsburg Spain (1606-1646), daughter of Philip III of Spain and Margaret of Austria, Archduchess of Austria, Marie Louise Gonzaga Nevers (1611-1667) French-italian Princess, daughter of Charles I Gonzaga Nevers and Catherine of Mayenne and the Archduchess Eleonor Maria Josefa of Austria (1653-1697), daughter of the Emperor Ferdinand III and Eleanor of Mantua, sister of the future Holy Roman Emperor, Leopold I. The doctoral candidate, analyzing the voyages of these three Queens, focuses both on the aspects concerning the material journey and personal and political aspects of the three marriages. According to the first aspects, the candidate highlights the length of the journey, means of transportation, effective expenses, the complicated etiquette to be respected for such noble women, received wedding gifts and many other practical features scrupulously transferred and emerged from the study of documents inherent to the journeys and the marriages of these three Queens. The personal aspect of the journeys analyzed in this dissertation emerges in the passage from childhood to adulthood through the sorrowful abandonment of the native land to get married with an mostly unknown man. The analyzed documents focus on the sufferance proved at the moment of leaving the parental home describing sad and long goodbyes. Moreover, the journeys of the three Queens reflect on of the typical features of the feminine journey: travelling for a man. At least until the XVII century, women used to travel to get married and change their social status from unmarried to wives. The dissertation also analyzes the political relevance characterizing all three marriages: these unions didn‟t result from mutual feelings but from complicated political and diplomatic affairs of the European noble families. The first analyzed Queen is Maria Anna Habsburg Spain, who left her homeland in 1630 to go get married a year later, on February 20th, 1631, with her first cousin, the Archduch Ferdinand III of Habsburg Austria [1606-1657], King of Hungary and future Holy Roman Emperor. The Church of Rome was highly interested in the presence of this Queen in its territory and funded all the expenses done during the Queen‟s passage. The Roman Church was highly interested in the political strengthening deriving from the union of the two branches of the Habsburg family resulted from this marriage. Strengthening this union, the Habsburg family would have found itself in a advantageous situationto France, its enemy during the long conflict of the Thirty years‟ war. Following a chronological order, the dissertation analyzes the figure of Marie Louise Gonzaga Nevers, married to two Polish Kings: Władysław IV Vasa, and John II Casimir Vasa, who were brothers. The first marriage was strongly desired from Cardinal Mazarin and was celebrated by proxy in the Chapel of the Royal Palace in Paris on November 15th, 1645. The influential French Cardinal wanted this marriage to solve the internal and external political problems of France. Marie Louise Gonzaga Nevers, in fact, was part of the noble rebellion against the Cardinal Richelieu called the Fronde. Given the Princess‟ support to this movement, Mazarin decided to move Marie Louise away from France, sending her to a Reign where she would have covered a strategic role for the French foreign affairs: Poland. In order to take advantage of the premature death of Cecilia Renata of Austria, Queen of Poland, Mazarin proposed Marie Louise for the candidature to the throne to converge the political sympathies on France and not the Empire. Once married, in fact, Marie Louise should have affirmed the French influence on central-eastern Europe through administrating Poland with an anti-Empire policy. The dissertation lastly focuses on the journey started by the Archduchess Eleonor Maria Josefa of Austria to go get married with Michał Korybut Wiśniowiecki, king of Poland. The ceremony was hold in the polish town of Częstochova in February 1670. The Queen of Poland found herself in a difficult period for the Reign characterized by continuous invasions coming from the south-east border of the Country. The aristocracy decided to arm itself and, leaded by King Wiśniowiecki himself and by John III Sobieski, Rotamaster of the Polish army, protected important strongholds such as the towns of Lublin, Lviv and Kaminiez. The political reason underneath this marriage is the Polish urgency to make an alliance with the Habsburg family in an historical moment in which the Turkish danger was becoming more and more oppressive. This doctoral thesis was made through the meticulous study of the followings documents and manuscripts: As far as Marie Louise Gonzaga Nevers concerns: Histoire et relation du voyage de la royne de Pologne, et du retour de madame la mareschalle de Guébrian, ambassadrice extraordinaire, & sur-intendante de sa conduitte. Par la Hongrie, l'Austriche, Styrie, Carinthe, le Frioul, & l'Italie. Printed text preserved in the Biblioteca nazionale centrale di Roma, written by J. Le Laboureur and published in 1648 at Robert de Nainnel „s press. Contract de marige du roy de Pologne avec la Princesse Marie, preserved in the Biblioteca Corsiniana di Roma, published in 1645 in Paris. Maria Anna Habsburg Spain: Carte Bellini‟s collection, Passaggio della Regina d'Ungheria, ff. 1r-20r, preserved in the Archivio Storico della Santa Casa di Loreto, Relatione del viaggio per lo Stato de Santa Chiesa dalla Serenissima Regina d'Ungheria all'illustriss. Et eccell. Il Sig. Marchese de Bagni, printed text preserved in the Biblioteca nazionale centrale di Roma, written by Grazioli Naborio and published in 1631 in Fermo, Il passaggio di D. Maria d'Austria Regina d'Ungheria per lo Stato Ecclesiastico l'anno 1631, printed text preserved in the Biblioteca L. Jacobilli in Foligno, written by Celio Talucci and published in 1631 in Augusta. Archduchess Eleonor Maria Josefa of Austria: Relatione del viaggio della sacra cesarea Real Maestà dell’imperatrice Eleonora nell’accompagnare la serenissima Leonora sua figlia alle nozze reali in Polonia, printed text preserved in the Biblioteca nazionale centrale di Roma, written by Alfonso Zeffiri, published in Vienna in 1670; Instruzione lasciata da Monsig. Galeazzo Marescotti Inquisitore di Malta à Monsignor Ranuzzi suo successore, Relazione della Nunziatura di Polonia fatta dal suddetto Monsignor Marescotti negli anni 1668-1669-1670, preserved in the 'Archivio Segreto Vaticano. Dottorato di ricerca in Storia e cultura del viaggio in età moderna

Beginning from the discovery, in the “Archivio di Stato” of Palermo, of an inventory containing the belongings confiscated from Manfredi Alagona in 1393, this work reconstructs the story of the treasure of the Sicilian queens (Costanza of Aragon and Maria of Sicily), that had been confiscated from the powerful Alagona family, originally from Aragon, who moved to Sicily. A detailed study of the inventoried movables allows the analysis of several aspects connected to customs and society at the end of the XIVth century, from clothing to utensils, from taste and fashion to care of appearance, from the love of jewels to the workship of relics.Partendo dal ritrovamento, presso l’Archivio di Stato di Palermo, di un inventario di beni confiscati a Manfredi Alagona nel 1393, il lavoro ricostruisce il percorso del tesoro delle regine siciliane (Costanza d’Aragona, Maria di Sicilia) che era stato incamerato dagli Alagona, potente famiglia di origine aragonese trapiantata in Sicilia. Uno studio dettagliato degli oggetti inventariati permette l’analisi di vari aspetti legati al costume e alla società sul finire del XIV secolo, dall’abbigliamento alla tavola, dal gusto e la moda del tempo alla cura della persona, dalla passione per i gioielli al culto per le reliquie.