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Traduzione in versi dell'opera di Calderón de la Barca, Amare dopo la morte. La traduzione rispecchia in gran parte la misura dei versi e in alcuni passi anche lo schema di rima.

La relación entre antropología y literatura tiene una tradición en los estudios antropológicos, desde Lévi-Strauss hasta James Clifford, pasando por Clifford Geertz. El autor plantea esta relación a través de la radicalidad cultural y política de cinco autores: Zola, Warburg, Artaud, Debord y Pasolini. Todos ellos, sin ser antropólogos profesionales, tuvieron una relación con la disciplina, sobre todo en su acercamiento al mal social. El autor deja el texto abierto, sin cerrar a la manera de Bourdieu, para reflexionar sobre el exotismo, la alegoría y la fantasía. Siempre bajo el condicionante de la escritura como acto de poder y contrapoder. Un debate, en consecuencia, que a pesar de su tradición, no puede darse por cerrado, y que fertiliza a la literatura en momentos de crisis creativa., The relationship between anthropology and literature has a tradition in anthropological studies, from Lévi-Strauss to James Clifford, through Clifford Geertz. The author raises this relationship through the cultural and political radicalism of five authors: Zola, Warburg, Artaud, Debord and Pasolini. All of them, without being professional anthropologists, had a relationship with the discipline, especially in their approach to social evil. The author leaves the text open, without closing in the manner of Bourdieu, to reflect on exoticism, allegory and fantasy. Always under the condition of writing as an act of power and counter-power. A debate, therefore, that despite its tradition, cannot be considered closed, and that fertilizes literature in times of creative crisis., La relazione tra antropologia e letteratura ha una tradizione negli studi antropologici, da Lévi-Strauss a James Clifford a Clifford Geertz. L'autore propone questa relazione attraverso il radicalismo culturale e politico di cinque autori: Zola, Warburg, Artaud, Debord e Pasolini. Tutti loro, senza essere antropologi professionisti, avevano un rapporto con la disciplina, specialmente nel loro approccio al male sociale. L'autore lascia il testo aperto, senza chiudere alla maniera di Bourdieu, per riflettere sull'esotismo, l'allegoria e la fantasia. Sempre nella condizione di scrivere come atto di potere e contropotere. Un dibattito, dunque, che, nonostante la sua tradizione, non può essere considerato chiuso, e che feconda la letteratura in tempi di crisi creativa.

Rassegna storiografica di alcune categori politiche di interesse locale e nazionale: i massoni, i briganti e i "ribelli" nella lunga storia d'Italia dall'unità al 1968 con un breve focus sul ruolo che tali catwegorie hanno esercitato in una regione interna del Mezzogiorno d'Italia.

The Author analyzes the content of the Manifiesto a todos los pobres y oprimidos de México y el universo, pronounced in 1868 by the day laborer Julio López in the Chalco District. The Author use the categories fine and terrible that Ranajit Guha develops in The prose of counter-insurgency, to find what Lopez understood as good and bad, discovering the motivations to rebel against Mexican landowners. El Autor analiza el contenido del Manifiesto a todos los pobres y oprimidos de México y el universo, pronunciado en 1868 por el peón Julio López en el distrito de Chalco. El Autor emplea las categorías muy bien y terrible que Ranajit Guha utiliza en La prosa de la contrainsurgencia, para encontrar lo que López entendía como bueno y malo, descubriendo así las motivaciones para rebelarse contra los hacendados mexicanos. L'Autore analizza il contenuto del Manifiesto a todos los pobres y oprimidos de México y el universo, pronunciato nel 1868 dal bracciante agricolo Julio López nel distretto di Chalco. L'Autore ricorre alle categorie molto bene e terribile, che Ranajit Guha sviluppa ne La Prosa della contro-insurrezione, per ricercare ciò che Lopez ha inteso come buono e cattivo e scoprire le motivazioni per ribellarsi ai proprietari terrieri messicani.

El presente Trabajo de Fin de Grado pretende, por una parte, elaborar un análisis cuyo cometido es identificar el lenguaje coloquial y vulgar, muy presente en la novela de Enrico Brizzi Jack Frusciante è uscito dal gruppo. Se han tomado diferentes fragmentos del libro para poder ejemplificar varios casos en los que se usa deliberadamente el registro bajo y se han clasificado en distintas categorías. Además del análisis del libro original en italiano, se ha tomado la misma obra traducida al español por Carmen Artal y Joaquín Jordá para observar los métodos y estrategias traductoras que se han puesto en práctica en Jack Frusciante ha dejado el grupo. La temática de este trabajo intenta profundizar en el estudio del registro, campo que todavía hoy continúa siendo desconocido y cuya traducción es, en consecuencia, difícil de abordar El present Treball de Fi de Grau pretén, d'una banda, elaborar una anàlisi que té com a objectiu identificar el llenguatge col·loquial i vulgar, molt present a la novel·la d'Enrico Brizzi "Jack Frusciante è uscito dal gruppo". S'han triat diferents fragments del llibre per a poder exemplificar diversos casos en què s'utilitza deliberadament el registre baix i s'han classificat en diferents categories. A més de l'anàlisi del llibre original en italià, s'ha agafat la mateixa obra traduïda al castellà per Carmen Artal i Joaquín Jordá per tal d'observar els mètodes i les estratègies traductores que s'han aplicat a Jack Frusciante ha dejado el grupo. La temàtica d'aquest treball intenta aprofundir en l'estudi del registre, àmbit que, encara avui, continua essent desconegut i que, com a conseqüència, fa que la seva traducció sigui difícil d'abordar La presente tesi di laurea si propone, da una parte, elaborare un'analisi il cui scopo è quello di identificare il linguaggio colloquiale e volgare, molto presente nel romanzo di Enrico Brizzi Jack Frusciante è uscito dal gruppo. Sono stati selezionati diversi brani del libro così da poter esemplificare i vari casi nei quali si usa il registro basso volutamente, e sui quali è stata stilata una classifica in diverse categorie. Oltre all'analisi del libro originale in italiano, si è presa la traduzione in spagnolo fatta da Carmen Artal e Joaquín Jordá per osservare i metodi e le strategie di traduzione che sono stati messi in moto in Jack Frusciante ha dejado el grupo. La tematica di questo lavoro prova ad approfondire lo studio del registro, campo che ancora oggi continua ad essere sconosciuto e la cui traduzione è, di conseguenza, difficile da affrontare.

International audience; Our contribution is about the judicial interpretation of a serious revolution exploded in Candia in 1363. In the august of the same year, many Venetian patricians and colonists deposed the Duke of Crete in charge and proclaimed independence from Venice. The homeland - shocked by the attack at the heart of its power - tried to come to terms with the rebels, but once Venice became aware of their will in persisting to be mutinous, decided to counter attack, accused the rebels to attempt to its majesty, proclaimed the insurgents heretics and fought against them. The judicial language used by Venetian authorities is centered around some categories and cases in point which referred to a specific kind of crime in late Medieval Europe : the crimen lese maiestatis. The most interesting fact, that we output in our contribution, is that these categories substituted the expression crimen lese maietstais. In particular, the terms proditio and rebellio, were used by Venetians in order to connote the crime committed : the refuse of the obedience to the political authority. During our contribution, the Cretan revolt has been compared to two others serious rebellions which upset the political life in Venice : the conspiracy of Baiamonte Tiepolo and Marco Querini and the coup d’état planned by the doge Marino Falier. In this way the law system and justice were used by Venice as flexible elements to create consent and to legitimate its power; Il contributo esamina la repressione della rivolta nota alla storiografia come rivolta di San Tito (1363-1366). Si tratta di un’insurrezione molto seria che vide i coloni veneziani residenti sull’isola ribellarsi all’auctoritas veneziana. Il nostro studio – incentrato sugli aspetti giudiziari della repressione –, esamina la rivolta nei termini di delitto di lesa maestà. Nonostante non sia mai apertamente invocato, l’intera risposta giudiziaria elaborata da Venezia nei confronti dei ribelli di Creta venne formalizzata attraverso fattispecie giuridiche (proditio e rebellio) riconducibili direttamente al concetto di crimen lese maiestatis, principio cardine del binomio repressione/gestione del dissenso politico alla fine del Medioevo. Il nostro obiettivo é quello di provare a spiegare come e perché la repressione della rivolta di San Tito possa ascriversi a tale concetto, confrontandola con altri due gravi episodi di rivolta che agitarono la società veneziana nella seconda metà del Trecento ; vale a dire la cospirazione ordita da Baiamonte Tiepolo e Marco Querini e il colpo di stato del doge Marino Falier. Nel corso della trattazione vengono messi in luce tutti quegli elementi che, a livello giuridico e giudiziario, furono impiegati dalla Repubblica di Venezia al fine di creare consenso politico e legittimare il proprio potere sull’isola

Il contributo si propone di evidenziare l'infondatezza di ogni prospettiva della crisi che non ne denunci il livello di strumentalizzazione politica, liberando la riflessione pedagogica del nostro tempo dai vincoli che pretendono di condizionarla dall'esterno.

Recensione a Angela De Benedictis, Tumulti. Moltitudini ribelli in età moderna, Bologna, Il Mulino, 2013

Diacronie ha il piacere di ospitare Voci, il capitolo introduttivo del libro di Marcus Rediker La ribellione dell’Amistad, in corso di pubblicazione presso Feltrinelli. Diacronie has the pleasure of hosting Voices, the introductory chapter of the book by Marcus Rediker The Amistad rebellion, due to be published shortly in Italy by Feltrinelli Editore.

Il poema che qui si traduce dal medio-francese (1429), con edizione del testo originale a fronte, introduzione, bibligrafia aggiornata e note, è dedicato a Giovanna d'Arco dalla poetessa, scrittrice e filosofa Christine de Pizan, nel momento di massimo trionfo della "pucelle", in cui l'autrice vede il ritorno della pace e della fede nel suo paese devastato da guerre e carestie. Si tratta della traduzione in italiano con testo originale a fronte della prima opera in assoluto dedicata a Giovanna d'Arco; è un testo di grande interesse a livello internazionale, sia per il suo valore letterario, che per quello di documento storico.

Scienza & Politica. Per una storia delle dottrine, Vol 25, N° 49 (2013)