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Il contributo costituisce un breve rapporto preliminare, riferibile ad un campione circoscritto, di una più ampia ricerca, avviata sul territorio nazionale ed ancora in fase operativa, avente ad oggetto la materia dei licenziamenti. Lo studio intende valutare l’impatto delle riforme della disciplina sanzionatoria nella ricostruzione concreta delle fattispecie giustificatrici, di fatto rimaste immutate. Qui, più nello specifico, attraverso le pronunce della Corte d’Appello di Palermo del decennio 2010-2020, si analizza il fenomeno del licenziamento economico e le interferenze indirette delle conseguenze sanzionatorie sui suoi presupposti di legittimità. This essay is a brief preliminary report, referring to a limited survey sample, of a larger research, conducted in Italy and still in the operational phase. It is concerned with the issue of dismissals. The study intends to assess the impact of the reforms of the sanctions discipline in the concrete reconstruction of the justifying cases, which have remained unchanged. Here, more specifically, through the rulings of the Court of Appeal of Palermo from 2010-2020, the phenomenon of economic dismissal and the indirect interference of the sanctioning consequences on its legitimacy presuppositions are analysed.

Il saggio mira ad inquadrare come il dibattito centrato sulle funzioni primarie proprie alla responsabilità civile, variamente individuate nella compensazione dei danni, nella prevenzione del loro occorrere o nella sanzione dei loro autori, nella redistribuzione delle ricchezze e nel controllo dei costi sociali, si articola sovente – al buio di dati statistici affidabili, e di analisi macroeconomiche opportune – lungo distinzioni che si vogliono fisse o egemoniche, e nelle quali la riparazione appare talora opposta alla punizione, la deterrenza alla redistribuzione. Distinzioni queste che rischiano di irrigidire la riflessione in uno schema forzatamente unitario, non attrezzato alla comprensione della complessità di motivi che innerva le misure aquiliane. Al contrario, il contributo pone in luce come le funzioni della responsabilità vanno pazientemente ricostruite settore per settore nella luce delle finalità suppletive o complementari che essa può svolgere al fianco e al pari di ogni altro istituto.

Da qualche anno, il governo cinese sta costruendo un sistema per la raccolta, conservazione e uso di grandi masse di dati digitali che riguardano il comportamento delle persone fisiche e giuridiche in ambito economico, finanziario, sociale, civile e altri ancora. Tali dati saranno usati per valutare il comportamento dei soggetti attribuendo incentivi per le condotte “affidabili”, “degne di fiducia” o “virtuose”, e limitazioni per quelle “non affidabili”, “non degne di fiducia”, “non virtuose”, secondo parametri giuridici, di moralità sociale o proposti dal potere politico. L’attribuzione del credito sociale e la determinazione delle sue conseguenze risultano da un complesso sistema socio-tecnico (combinazione di persone, norme e tecnologie) nel quale le tecnologie dell’informatica, e in particolare quelle dell’intelligenza artificiale, giocano un ruolo fondamentale. Il presente contributo si propone di introdurre le caratteristiche, la struttura, le finalità esplicite e i principali limiti del sistema di credito sociale, illustrando brevemente le potenzialità, ancora non del tutto attualizzate, dell’uso delle tecniche di intelligenza artificiale nelle diverse applicazioni relative alla sorveglianza, alla valutazione e alla sanzione. In particolare, si porrà l’attenzione sulle caratteristiche del modello sanzionatorio del sistema di credito sociale. Esso è rivolto a realizzare importanti esigenze sociali ma, d’altro lato, è suscettibile di incidere pesantemente sulle libertà dei cittadini e sullo sviluppo delle dinamiche sociali. La sua valutazione richiede un’analisi accurata, che include il contesto socio-culturale in cui esso si colloca così come le tecnologie di cui si avvale. Over the last few years, the Chinese government has built a system for the collection, conservation and utilization of large masses of Big Data concerning the behavior of natural and legal persons in several (economic, financial, social, civil, etc.) fields. All these data are to be used to assess the behavior of the individuals, attributing incentives for “reliable”, “trustworthy” or “virtuous” conducts, and limitations for “unreliable”, “untrustworthy” or “unvirtuous” conducts, according to parameters coming from the legal sphere, from the social morality or proposed by the political power. The attribution of social credit and the determination of its consequences result from a complex socio-technical system (a combination of persons, rules and technologies) in which information (particularly AI) technologies are paramount. This paper aims to present the characteristics, the structure, the explicit goals and the main limits of the social credit system, briefly illustrating the potential of AI technologies in the applications concerning surveillance, evaluation and sanction. In particular, it will highlight the characteristics of the sanctioning model of the social credit system, which aims to realize important social goals, but which can also heavily affect the freedom of citizens and a number of social dynamics. Thus, the evaluation of this system requires a precise analysis, which includes its socio-cultural context and the technologies used by it.

All’interno dell’ordinamento romano, la ricezione di sacra appartenenti a comunità pervenute alla cittadinanza romana sine suffragio è un provvedimento emanato dai pontefici su deliberazione del senato. Attraverso di esso, talvolta, alcuni sacra di una comunità divenuta municipale entravano a far parte dei sacra populi Romani, sulla base di una loro condivisione e comunanza da parte di entrambe le comunità. È possibile ricostruire la trama di tale prassi attraverso l’esempio del culto lanuvino-romano di Iuno Sospes; altresì individuare le modalità di ricezione di sacra di comunità municipali estinte giuridicamente. I casi, diversi tra di loro, sono quelli degli Anagnini e dei Campani. I primi, divenuti singolarmente cittadini romani, si videro riconosciuta un’individualità collettiva esclusivamente sotto il profilo sacrale. Invece la ricezione del culto di Diana Tifatina non fu promossa con la concessione della cittadinanza ai Campani nel 338 a.C., bensì con la soppressione giuridica della comunità nel 211 a.C. In questo caso però il culto fu fondato su nuove basi ed accolto fra i sacra p. R., seppur decentrato rispetto all’Urbe. L’analisi della categoria dei sacra municipalia investe dunque profili diversi (giuridici, politici, istituzionali) e di diversa natura. Inoltre, essa fa scorgere l’esistenza di un diritto sacro municipale, e di una “Roma al di fuori di Roma” per l’aspetto sacrale.

Lo scritto analizza il rapporto tra norma e sanzione, traendo spunto dai principi enucleati dalla Corte costituzionale per escludere che la sanzione sia necessaria ad assicurare effettività alla norma giuridica. La riflessione viene sviluppata sia su profili di teoria generale del diritto sia in considerazione della funzione giurisdizionale, e viene condotta anche alla luce della giurisprudenza che si è pronunciata sull’applicazione del principio del ne bis in idem alle sanzioni amministrative.

The focus of the research is to analyse a huge phenomenon, largely attested in the later imperial sources, but still not studied in detail: the fines to be paid in pounds of gold or silver by members of the imperial bureaucracy (especially the iudex, that is the governor of a province, and his officium). The massive use of this penalty (which lasted for many centuries, at least from Constantine up to Justinian, and still used by Theoderic in the West) raises many questions. On one hand, the punishment itself (a certain number of pounds of gold or silver) was not specific for the members of the bureaucracy alone; instead, it was used to fine common citizens, too. But the considerable iteration with which officials are fined in imperial constitutions urges a specific analysis. On the other hand, this particular punishment was, obviously, not imposed by emperors alone, since it is attested that high officials imposed pecuniary penalties like these as an act of their wide magisterial coercitio. First chapter A “quantitative” study has been conducted on the information offered by the juridical sources (the Theodosian and Justinian Codes, as well as post-theodosian and Justinian’s Novels – as a whole, more than 250 constitutions) together with a comprehensive analysis of the obtained data (Table 1-4). Second chapter It brings into focus the juridical definition of the penalty itself. The constitutions, almost invariably, speak of multa/multare, and it has been investigated how this term has been used in Late Antiquity, coming to the conclusion that the phenomenon is to be considered part of the traditional category of the so called multae ex lege. Third chapter A very important aspect has been the definition of the subjects of the fines in the constitutions who, as we said, were not only members of the imperial bureaucracy. The results are presented in tables (1-9), and they stress that the majority of the fines were imposed on the officium, both as a single and in conjunction with its superior officer (a fact that has been described as doppelte Strafklausel), and on the iudex, i. e., the governor of a province. Fines imposed on other officials and on common citizens have been taken into account, too. The fact that the officium is very often burdened with a more sever penalty than his superior officer suggests further examinations on his “personification”, as an independent organ, different from the members of the staff themselves. It was a permanent figure and, as such, it was its duty to advise and urge the superior officer to follow the course of law. It was assumed that the officium had to know laws, customs and procedures far better than its “temporary” superior officer. Fourth chapter Once established the nature of the penalty and the subjects concerned, we concentrated upon the offences, in order to lay the foundations for a possible corpus of the breaches of the law by members of the imperial bureaucracy. The attempt of systematize these offences made by K. L. Noethlichs in the early 80s of the last century by means of an extensive use of modern categories of administrative science (in particular, the ALR, Allgemeines Landrecht für die Preußischen Staaten, promulgated in 1794) presents a flaw: its dogmatic point of view. Therefore, different slants are here offered, so as to give an alternative attempt of systematize the offences in a openly diacronic perspective. The typical traditional crimes are very rare, while the biggest part of the offences seem to amount to a “new” penal code, for the wrongs are specifically committed by officiales. The kinds of wrongs that are to be found in these constitutions are linked with the responsabilities and duties of the members of the bureaucracy. Fifth chapter Lastly, the fundamental lines of the circulation of gold in Late Antiquity have been drawn, eminently the importance of the weighing of gold coins (a libra was credited for 72 solidi by an imperial law, C. Th. 13.6.13 = C. 10.72.5). Appendix This section supplies texts, translations and a useful scheme (underlying the offender, the violation and the amount of the fine expressed in pounds of gold or silver) of every analized constitution.

Ci si confronta, assieme ad altri autori, sulla interpretazione del nuovo testo dell'art. 18, l. n. 300/1970, come modificato dalla l. n. 92/2012, in particolare quanto alla sanzione operante in caso di annullabilità del licenziamento

Il lavoro si inserisce nell'ambito del volume "La sanzione amministrativa Principi generali" ed analizza il procedimento amministrativo sanzionatorio ed in particolar modo la redazione e la trasmissione del "rapporto", atto attraverso il quale l'organo accertatore trasmette all'organo decidente le risultanze degli atti di accertamento della violazione amministrativa. Nell'elaborato ci si sofferma in particolare sull'applicabilità dei principi posti dalla legge n. 241/90 al procedimento sanzionatorio amministrativo, sul contenuto e sull'accessibilità del rapporto, sulle amministrazioni competenti a redigere e a ricevere il rapporto ed all'interno delle amministrazioni sull'individuazione degli organi a ciò deputati.

L'A. si concentra sul tema delle astensioni collettive dal lavoro realizzate nel settore del servizio postale. Nella specie trovano rilievo le riflessioni critiche in ordine alla corretta qualificazione di una forma di sciopero svoltasi mediante la modalità del rifiuto di consegnare la corrispondenza assegnata ordinariamente al collega assente. Inquadrata nella violazione dell'obbligo contrattuale di sostituzione, la condotta dei lavoratori è stata considerata come meritevole di sanzione disciplinare. L'analisi giuridica si sofferma in particolare sulla discussione che ha investito le forme anomale di sciopero ed in particolare affronta le difficoltà concrete di tenere distinti i piani dell'essere e del dover essere nel caso di astensioni dal lavoro.