Search

La pandemia e la chiusura dei servizi educativi per l’infanzia, imposta per contenere la diffusione del virus Covid-19, hanno trasformato profondamente le routine di scuole e famiglie e i processi educativi. In tale contesto le scuole dell’infanzia e i servizi educativi hanno messo in atto nuove modalità di relazione con le famiglie e i bambini, avvalendosi soprattutto delle tecnologie. Nel presente contributo sono presentati i risultati di una ricerca esplorativa condotta al fine di comprendere come il legame scuola-famiglia è stato strutturato e vissuto nella fase 1 dell’emergenza sanitaria (tra marzo e giugno 2020). La ricerca ha coinvolto alcune scuole aderenti alla FISM – Federazione Italiana Scuola Materne – delle Regioni Lombardia e Liguria.

The traditional objective of parenting enrichment programs is to train parents’ abilities and specific competences, but less attention is paid to promoting participants’ reflection on their parental identity. These programs are generally delivered to groups of parents, though the group is rarely considered a specific tool to promote changes in participants’ relational functioning. The “Groups for Family Enrichment_Parent version” (GFE_P; Iafrate, Donato, & Bertoni, 2010; Iafrate & Rosnati, 2007) focus on parental identity in addition to parental competences and skills and purposely use the group of parents as educational tool, adopting a semistructured format. In this article we first introduced the characteristics of GFE_P, then we presented the results of a qualitative evaluation of an application of this intervention to a group of Italian parents. Findings from the process evaluation showed that participants actively contributed to the development of themes during the intervention. Result evaluation suggested that the recognition of key aspects of parental identity can be an important prerequisite to the acquisition of better parenting skills. Implications for parenting programs design are discussed.

Il capitolo illustra le motivazioni che i volontari che hanno partecipato ad Expo 2015 hanno dichiarato. Le motivazioni classiche sono state confrontate con quelle portate dai partecipanti ad Expo 2015 che sono stati suddivisi in due macro gruppi. I new comers, ovvero quelli che hanno partecipato per la prima volta ad una esperienza di volontariato, e gli experienced, ovvero quelli che avevano già avuto esperienze prosociali di volontariato prima di impegnarsi per Expo 2015.

Il capitolo illustra le motivazioni che i volontari che hanno partecipato ad Expo 2015 hanno dichiarato. Le motivazioni classiche sono state confrontate con quelle portate dai partecipanti ad Expo 2015 che sono stati suddivisi in due macro gruppi. I new comers, ovvero quelli che hanno partecipato per la prima volta ad una esperienza di volontariato, e gli experienced, ovvero quelli che avevano già avuto esperienze prosociali di volontariato prima di impegnarsi per Expo 2015.

Il capitolo introduce il concetto del volontariato episodico differenziandolo dagli altri tipi di volontariato. Esamina il caso di Expo 2015, fornendo un quadro completo dei profili dei 2300 volontari incontrati attraverso una intervista e un questionario longitudinale.

Il capitolo riflette sul profilo dei volontari analizzando i dati che longitudinalmente sono stati raccolti con un questionario self report in 3 tempi. Appena prima di iniziare il periodo di volontariato ad Expo 2015, appena concluso il proprio servizio per Expo 2015 e a sei mesi di distanza. Il capitolo riflette sull'andamento delle variabili e sugli effetti che Expo 2015, attraverso l'esperienza di volontariato, ha sortito in chi vi ha partecipato.

Il capitolo esamina in modo longitudinale le rappresentazioni di volontariato dei partecipanti ad Expo 2015. La rappresentazione, rilevata attraverso il paradigma di Moscovici, evidenzia la centralità dell'aiuto e della reciprocità nell'avvicinarsi a Expo 2015 e il cambiamento di prospettiva a 3 mesi dalla sua conclusione. L'esperienza ad Expo come volontari perde i suoi significati strumentali per esser riletta in luce prosociale e di crescita personale.

One of the principal features of the family is the interdependence between its members and among its relationships. This complexity challenges family researchers from a methodological point of view: they have to find and implement the most suitable research strategy to preserve the family’s relational specificity. How do researchers handle this complexity? What research designs have been devised? What unit of analysis has been used? How many and which types of family relationships have been investigated? In order to answer these questions, we conducted a systematic review of recently published studies (2003-2013) on the family, and we analyzed two methodological special issues. The results show that there is a general increase in interest on family topics and on methodological-relational issues. However, most of the studies adopt an individual perspective and do not take interdependence into account. Suggestions for future research are discussed.

La presente ricerca si è proposta di indagare le dinamiche relazionali all’interno di piccoli gruppi, individuando nel metodo osservativo, e in particolare nella video-osservazione, la via d’accesso per lo studio del processo interattivo. L’interazione costituisce, infatti, il focus privilegiato per studiare il gruppo e l’interdipendenza che lo caratterizza. La tesi, fondandosi sull’analisi della teoria dei piccoli gruppi che ha fatto emergere gli elementi che li contraddistinguono, si articola in tre studi che ripercorrono la riflessione metodologica messa in campo per una lettura “gruppale” del processo interattivo attraverso i costrutti di coordinazione e influenza che, nel loro intreccio, danno forma all’interazione tra i membri di un gruppo. Nello specifico, il presente lavoro prende avvio dalla review sistematica (studio 1) degli articoli di ricerca pubblicati sui piccoli gruppi negli ultimi 5 anni (2008-2012), e fotografa il “che cosa” e il “come” dello studio dei piccoli gruppi, con particolare attenzione agli aspetti metodologici. Il secondo studio descrive i processi interattivi dei piccoli gruppi attraverso i costrutti di coordinazione e influenza, mettendo a punto una griglia di codifica osservativa che ne ha permesso la lettura a livello gruppale. Il terzo studio confronta tipologie di piccoli gruppi caratterizzati da composizione e struttura relazionale diversa al fine di coglierne somiglianze e differenze nel loro processo interattivo., The aim of this research is to investigate the relational dynamics within small groups, through the observational method, in particular video-observation as the key to access the study of interactive process. Interaction is the main focus that allows to grasp the group and the interdependence that characterizes it. The present dissertation is based on the theoretical perspective about small groups that reveals the main elements of them and it is articulated in three studies that follow the methodological reflection in order to propose a “group” reading of the interactive process through the constructs of coordination and influence that in their interweaving shape the interaction among members of a group. Specifically, in order to take a picture about “what” and “how” of the study of small groups, the first study presents a systematic review of the research articles on small groups, published in the last five years (2008-2012). The aim of the second study is to describe the interactive processes of small groups through coordination and influence, developing an observational coding scheme that has allowed to read the groups at a “group” level. In the third study small groups with different composition and relational structure are compared in order to identify their similarities and differences in their interactive process.

N/D

N/D

N/D

L’adolescenza è una transizione familiare critica, una “impresa evolutiva congiunta” che coinvolge genitori e figli. Entrambi, infatti, sono attivamente impegnati nel processo di rinegoziazione delle loro relazioni e di regolazione delle distanze e dei confini, per stabilire un nuovo equilibrio interpersonale (Scabini, Marta, e Lanz, 2006). Uno dei principali compiti di sviluppo dell’adolescente è la progressiva individuazione e differenziazione dai genitori, mantenendo contemporaneamente un legame con la propria famiglia (Allen, Hauser, Bell, e O’Connor, 1994; Grotevant e Cooper, 1985). La differenziazione rappresenta una proprietà della relazione e non dei singoli individui (Grotevant e Cooper, 1985; 1986), che si esprime nella compresenza di due dimensioni: individualità, intesa come il processo che riflette la distintività del sé, e connessione, definita come il processo che lega il sé agli altri. La differenziazione diviene, quindi, l’esito di un equilibrio tra queste due dimensioni, ciascuna formata da altre due componenti. La maggior parte delle ricerche, che hanno indagato la differenziazione familiare, ha adottato una prospettiva individuale o diadica, mentre solo pochi studi hanno adottato un approccio propriamente familiare. Il presente studio intende individuare i differenti processi di differenziazione familiare messi in atto dalle famiglie con figli adolescenti. Alla ricerca hanno partecipato 10 triadi familiari, composte da padre, madre e figlio adolescente (7 femmine e 3 maschi) di età compresa tra i 12 e i 17 anni. Alle famiglie è stato chiesto di svolgere il Family Interaction Task (Grotevant e Cooper, 1985), compito congiunto che coinvolge l’intera famiglia nella pianificazione di un week-end di vacanza da trascorrere tutti insieme. Per la fase di organizzazione, trascrizione e analisi dei dati è stato utilizzato il software Transana 2.50, appartenente alla categoria dei Computer-Assisted Qualitative Data Analysis Software (Lewins e Silv

L’adolescenza è una transizione familiare critica, una “impresa evolutiva congiunta” che coinvolge genitori e figli. Entrambi, infatti, sono attivamente impegnati nel processo di rinegoziazione delle loro relazioni e di regolazione delle distanze e dei confini, per stabilire un nuovo equilibrio interpersonale (Scabini, Marta, e Lanz, 2006). Uno dei principali compiti di sviluppo dell’adolescente è la progressiva individuazione e differenziazione dai genitori, mantenendo contemporaneamente un legame con la propria famiglia (Allen, Hauser, Bell, e O’Connor, 1994; Grotevant e Cooper, 1985). La differenziazione rappresenta una proprietà della relazione e non dei singoli individui (Grotevant e Cooper, 1985; 1986), che si esprime nella compresenza di due dimensioni: individualità, intesa come il processo che riflette la distintività del sé, e connessione, definita come il processo che lega il sé agli altri. La differenziazione diviene, quindi, l’esito di un equilibrio tra queste due dimensioni, ciascuna formata da altre due componenti. La maggior parte delle ricerche, che hanno indagato la differenziazione familiare, ha adottato una prospettiva individuale o diadica, mentre solo pochi studi hanno adottato un approccio propriamente familiare. Il presente studio intende individuare i differenti processi di differenziazione familiare messi in atto dalle famiglie con figli adolescenti. Alla ricerca hanno partecipato 10 triadi familiari, composte da padre, madre e figlio adolescente (7 femmine e 3 maschi) di età compresa tra i 12 e i 17 anni. Alle famiglie è stato chiesto di svolgere il Family Interaction Task (Grotevant e Cooper, 1985), compito congiunto che coinvolge l’intera famiglia nella pianificazione di un week-end di vacanza da trascorrere tutti insieme. Per la fase di organizzazione, trascrizione e analisi dei dati è stato utilizzato il software Transana 2.50, appartenente alla categoria dei Computer-Assisted Qualitative Data Analysis Software (Lewins e Silver, 2007)

N/D

n/d

Introduzione. La famiglia contribuisce imprescindibilmente alla cura dei propri anziani (Lucidi & Miraldi 2009). “Prendersi cura di” non è solo curare (to cure), ma prestare quell’attenzione al malato che si traduce in aiuto e sostegno (to care) e che rimanda al significato simbolico delle relazioni familiari che si snodano tra dono e debito; tra dare, ricevere e ricambiare (Cigoli & Scabini 2006). Obiettivi e metodi. La ricerca ha l’obiettivo di indagare le configurazioni delle relazioni familiari nel to care a seguito dell’evento critico malattia, con l’utilizzo combinato di tre strumenti: Family Life Space (FLS); questionario e due domande aperte su un campione di 65 persone con parente anziano affetto da malattia acuta. Risultati. L’analisi metrica del FLS mostra la dominanza della forma tipologica chiusura nelle produzioni riferite al presente (46,2%; N=30) e in quelle riferite al futuro (61,5%; N=40), e rileva che più della metà dei partecipanti (72,3%; N=47) ha realizzato una raffigurazione che, sia nel presente che nel futuro, è riconducibile alla stessa forma tipologica, sottolineando l’aspetto di stabilità. Le cinque forme tipologiche differiscono significativamente nel livello di identificazione con la propria famiglia d’origine (χ2(4)=10.820; p<.05), ma non nell’assunzione del ruolo di caregiver (χ2(8)=9.126; p=.332) e nella responsabilità filiale (χ2(4)=6.246; p=.181). L’analisi delle frequenze dei sostantivi (N=181) associati al termine “cura” fa emergere una parziale omogeneità nei termini utilizzati, riconducibili a tre dimensioni: “to cure”(guarigione N=22), “to care”(aiuto N=25) e “temporale”(speranza N=18). Sono in corso ulteriori analisi per l’integrazione dei tre strumenti. Conclusioni. La chiusura familiare, come forma tipologica prevalente durante la malattia acuta del paziente anziano, sottolinea che la famiglia ricerca al proprio interno le risorse per affrontare eventi critici acuti.

La famiglia, i suoi legami e i suoi conflitti sono al centro del progetto Arcipelago Mazzini 3.0(www.arcipelagomazzini.org), in corso nel quartiere Mazzini (zona Corvetto a Milano), progetto di partenariato sociale,finanziato dalla Fondazione Cariplo, di durata triennale, che si propone di incrementare la coesione sociale nel quartiere e di promuovere i legami familiari. Per quanto riguarda la promozione dei legami familiari e sociali è stato attuato un Percorso di Promozione e Arricchimento del Legame Genitoriale. Il Percorso è stato condotto da due formatori e ha visto la partecipazione di 19 genitori per la maggior parte italiani per quattro incontri. La modalità di lavoro è stata attiva e gruppale con l’obiettivo di promuovere nei genitori non solo la consapevolezza delle dimensioni fondamentali della genitorialità ma anche la capacità di instaurare tra di loro e con gli altri soggetti sociali del territorio relazioni fiduciarie. Verranno presentati in questo intervento non solo i passaggi fondamentali del Percorso e gli strumenti utilizzati ma anche gli esiti della valutazione che ha accompagnato tutto il processo formativo, dalla progettazione con la valutazione di contesto alla realizzazione attraverso la valutazione di processo fino ai suoi esiti tramite la valutazione dei risultati. Il dispositivo valutativo è infatti una componente fondamentale e ineliminabile dell’intervento e presenta specifiche peculiarità connesse alla natura semistrutturata dell’intervento e al focus su dimensioni non solo di competenza ma anche di identità genitoriale.

La famiglia, i suoi legami e i suoi conflitti sono al centro del progetto Arcipelago Mazzini 3.0(www.arcipelagomazzini.org), in corso nel quartiere Mazzini (zona Corvetto a Milano), progetto di partenariato sociale,finanziato dalla Fondazione Cariplo, di durata triennale, che si propone di incrementare la coesione sociale nel quartiere e di promuovere i legami familiari. Per quanto riguarda la promozione dei legami familiari e sociali è stato attuato un Percorso di Promozione e Arricchimento del Legame Genitoriale. Il Percorso è stato condotto da due formatori e ha visto la partecipazione di 19 genitori per la maggior parte italiani per quattro incontri. La modalità di lavoro è stata attiva e gruppale con l’obiettivo di promuovere nei genitori non solo la consapevolezza delle dimensioni fondamentali della genitorialità ma anche la capacità di instaurare tra di loro e con gli altri soggetti sociali del territorio relazioni fiduciarie. Verranno presentati in questo intervento non solo i passaggi fondamentali del Percorso e gli strumenti utilizzati ma anche gli esiti della valutazione che ha accompagnato tutto il processo formativo, dalla progettazione con la valutazione di contesto alla realizzazione attraverso la valutazione di processo fino ai suoi esiti tramite la valutazione dei risultati. Il dispositivo valutativo è infatti una componente fondamentale e ineliminabile dell’intervento e presenta specifiche peculiarità connesse alla natura semistrutturata dell’intervento e al focus su dimensioni non solo di competenza ma anche di identità genitoriale.