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Questo articolo si concentra su un tema scarsamente trattato nel nostro Paese, ovvero quello della discriminazione etnica percepita come determinante che può incidere sulle disuguaglianze di salute a sfavore dei migranti. È stata analizzata l’associazione tra discriminazione etnica percepita in diversi ambiti della vita quoti- diana e la salute mentale degli immigrati residenti in Italia. I dati utilizzati proven- gono dall’indagine “Condizione e integrazione sociale dei cittadini stranieri” con- dotta dall’Istat nel 2011-2012. Attraverso tecniche di analisi statistica multivariata è stata analizzata l’associazione tra la discriminazione percepita e la salute mentale dei migranti, considerando come potenziali confondenti della relazione l’età, il genere, lo stato civile, il livello di istruzione, la condizione occupazionale, l’area geografica di provenienza, l’area di residenza e la durata della permanenza in Italia. L’analisi mette in evidenza che, per i soggetti migranti, la percezione di essere discriminati in quanto cittadini stranieri aumenta la probabilità di riportare uno stato di salute men- tale peggiore.

We investigate the educational choices of first- and second-generation immigrant students at the transition between lower-secondary school and high school by exploiting a large longitudinal dataset of about 50,000 students in Italy. We find that immigrant students are less likely to choose challenging academic track high schools compared with their Italian counterparts, after controlling for household characteristics, school fixed effects, and students’ performance. We show that systematic differences in teachers’ feedback received by the two groups of students are an important driver of the observed differences in educational choices by immigrant and native students. In addition, after controlling for observable characteristics, we find that immigrant students are more likely to be formally advised by their teachers to choose vocational or technical high schools rather than academic tracks, especially in the case of female students, reflecting a discrimination bias that has not previously been emphasized in the literature. This suggests the role for a new dimension of policy intervention aimed at reducing the possibility of teachers’ induced discrimination based on implicit stereotypes.

Attraverso l’esame della normativa, italiana e comunitaria, nonché delle pronunce giurisprudenziali delle diverse Corti, si tenta di individuare –anche se non in maniera esaustiva e definitiva– le criticità della stessa normativa in tema di assistenza sociale per gli extracomunitari presenti nel territorio italiano e proporre riforme che siano effettivamente in grado di incidere strutturalmente sull’attuale sistema di protezione sociale che attualmente esclude una parte della popolazione e, nello specifico, la popolazione straniera povera By the examination of Italian and Community legislation, and the judgments of the various Courts, we will try to locate - even if not exhaustively and definitively - the criticalities of the same legislation in the matter of social assistance for non-EU present in the Italian territory and propose reforms that are actually capable of structurally affecting the current social protection system that currently excludes a part of the population and, specifically, the poor foreign population

La crisi (post-)pandemica avrà effetti di lungo periodo sulla struttura delle diseguaglianze e sulle condizioni di vulnerabilità di fette importanti della popolazione, sia già fragile prima della pandemia, sia fragilizzata durante e dopo la stessa. Ma influirà anche sul trattamento istituzionale di tale vulnerabilità. Il contributo intende ricostruire il quadro del welfare dei servizi durante la pandemia. In particolare, si focalizza su due dimensioni e due target: da un lato la dimensione “macro” regolativa, con le risposte istituzionali nazionali e la loro evoluzione nell’ultimo anno e mezzo; dall’altro quella “micro” delle prassi operative nel sociale, ricostruite tramite repertori raccolti just in time durante l’emergenza. Entrambe le dimensioni vengono analizzate in riferimento al contrasto alla povertà, sia per l’utenza generale, sia per un’utenza specifica, quella con background migratorio. Al di là dei processi di destrutturazione e ristrutturazione di breve periodo, il contributo cerca di cogliere le principali tendenze e criticità che possiamo aspettarci dal welfare (post-)pandemico. Le prime evidenze raccolte ancora non sembrano delineare un disegno sistematico ed innovativo di lungo raggio, anche se nel complesso per il lavoro sociale si manifesta l’esigenza di (ri)conquistare una solida ed articolata dimensione progettuale nell’ottica di un welfare abilitante e di comunità, che consolidi e (ri)legittimi la forza capacitante del welfare non cash.

Lo scopo della presente tesi è di dare un’occhiata alla situazione sociolinguistica degli immigrati in Italia, vale a dire al fenomeno del bilinguismo degli immigrati che diventa un fatto comune a causa delle costanti immigrazioni negli ultimi anni. Nella parte introduttiva si parla del concetto della lingua come parte dell’identità e si presentano i dati dei flussi migratori verso l’Italia. In seguito, si osservano le definizioni del bilinguismo e tipi del bilinguismo con particolare riguardo sul bilinguismo degli immigrati e le sue particolarità rispetto alle altre definizioni e altri tipi. Si sceglie di usare il metodo dell’autobiografia linguistica e si osservano le sue caratteristiche, a cosa serve e come scriverla. Nella parte della ricerca si osservano e analizzano le autobiografie linguistiche scritte da 6 persone bilingui provenienti dai diversi paesi. Si cerca di dimostrare le abitudini linguistiche dei giovani immigrati tenendo conto delle loro informazioni biografiche, formazione linguistica e competenza linguistica. Si osserva in particolar modo il loro atteggiamento verso l’uso di L1 e L2, ovvero l’uso della madrelingua e l’uso dell’italiano., (Jezici imigranata) Cilj je ovog rada pobliže promotriti sociolingvističku situaciju u Italiji, odnosno fenomen dvojezičnosti imigranata koji postaje svakodnevna činjenica uzrokovana stalnim migracijama prema Italiji posljednjih godina. Uvodni dio govori o konceptu jezika kao dijela identiteta i prikazuje podatke migracijskih tokova u Italiju. Nakon toga, promatraju se definicije dvojezičnosti i vrste dvojezičnosti s posebnim naglaskom na dvojezičnost imigranata i njegove posebnosti u odnosu na druge definicije i druge vrste. Odlučili smo koristiti se metodom jezične autobiografije pa definiramo njezine karakteristike, kako se i kada koristi. U istraživačkom dijelu promatramo i analiziramo jezične autobiografije koje je napisalo 6 dvojezičnih ljudi iz različitih zemalja. Pokušavamo prikazati jezične navike mladih imigranata uzimajući u obzir njihove biografske podatke, jezično obrazovanje i jezičnu kompetenciju. Posebno promatramo njihov stav prema upotrebi L1 i L2, odnosno upotrebi materinjeg jezika i upotrebi talijanskog.

Vari studi hanno sottolineato come gli immigrati e i rifugiati sperimentino elevati livelli di stress. Costoro si trovano a dover affrontare molte sfide, come cercare un’occupazione e un alloggio, adattarsi a una nuova cultura e costruire una nuova rete sociale, spesso in un contesto non privo di pregiudizi e discriminazioni. Tutti portano con sé la speranza di migliorare la propria vita e quella dei loro familiari, ma purtroppo molti non riescono a realizzare questo desiderio. Tale frustrazione può provocare un certo rammarico e portare a sperimentare nostalgia verso il proprio Paese di origine. Questo studio ha l’obiettivo di verificare la relazione tra la nostalgia, il rammarico e i pensieri controfattuali, e anche di verificare quali sono le fonti di maggiore rammarico in un gruppo di immigrati romeni. Alla ricerca hanno partecipato 125 romeni che vivono a Roma e a Terracina. I risultati hanno evidenziato una relazione significativa tra il rammarico e la nostalgia, da una parte, e lo stress nel processo di integrazione dall'altra.

Diversi studi hanno dimostrato che gli imprenditori o aspiranti imprenditori immigrati hanno specifiche difficoltà ed esigenze nella creazione e sviluppo di attività imprenditoriali. Pertanto, alcune istituzioni – sia pubbliche sia private – hanno avviato iniziative a supporto della creazione e della crescita delle imprese di immigrati. Ad oggi, tuttavia, sia le politiche pubbliche a supporto della nascita e crescita dell’imprenditorialità immigrata che le complementari iniziative private rimangono ancora parzialmente inesplorate. Con il presente contributo si intende contribuire alla comprensione di tali iniziative attraverso una analisi svolta sulle principali iniziative di supporto agli imprenditori immigrati sul territorio italiano. Il lavoro propone una classificazione di tali iniziative sulla base delle tre dimensioni: (1) le competenze e risorse fornite agli imprenditori immigrati; (2) la specificità del bisogno dell’imprenditore; (3) il meccanismo alla base dello sviluppo di competenze e risorse.

In Italia è stato indagato soprattutto l’impatto delle abilità linguistiche dei figli di immigrati e dei minori immigrati nei processi di inclusione scolastica. In questo lavoro invece intendiamo identificare, dopo un inquadramento generale della tematica, il grado effettivo o autopercepito di conoscenza della lingua italiana e le principali caratteristiche che l’apprendimento linguistico assume nella popolazione immigrata presente in Italia. Infine, sarà dedicato un focus particolare alla questione dell’apprendimento dell’italiano da parte degli studenti immigrati o di origine immigrata.

La partecipazione dei giovani alla società comprende molteplici aspetti della vita, tra i quali le relazioni, la formazione e la strutturazione delle opinioni che condizionano gli atteggiamenti e orientano i comportamenti. Il progetto "Giovani alla Prova" (Gap) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) - Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le politiche sociali (Irpps), è stato ideato nel 2014 proprio per esplorare le tendenze giovanili, identificando come luogo privilegiato di osservazione le scuole secondarie di II grado. Essere al corrente circa i nuovi orientamenti dei giovani è quanto mai necessario non solo per sostenere il loro inserimento in un complesso mercato del lavoro, ma anche per migliorare i livelli di benessere sociale, economico e relazionale. Rispetto a quest'ultimo punto, con il progetto Gap è stata puntata fortemente l'attenzione sui problemi di disagio e devianza relazionale, sui condizionamenti sociali e sui comportamenti a rischio, per analizzare e fornire chiavi interpretative attuali a quanti, educatori e istituzioni, sono chiamati a orientare ragazzi e ragazze nella costruzione di un futuro consapevole, sereno e produttivo.

Rapporto sulla vita e i percorsi di integrazione degli immigrati in Italia

In merito alla gestione degli ingressi e del soggiorno dei cittadini di paesi terzi, il regime migratorio europeo è fondato sulla distinzione tra rifugiati e migranti economici. Questa è una dicotomia tutta politica necessaria a distinguere fra chi ha il diritto al non respingimento alla frontiera, anche quando viene intercettato senza le necessarie autorizzazioni all'ingresso, e chi invece può entrare solo con le necessarie autorizzazioni e a cui, se intercettato alla frontiera, può essere rifiutata l'ammissione e respinto. Questa distinzione individua due differenti procedure per la gestione della ricezione e dell'accoglienza dei flussi migratori in arrivo. Essa trova una sua importante ragione d'essere nel fatto che permette di intercettare due figure sociali di migranti con bisogni sociali differenti e a cui devono essere date risposte politiche e garantiti servizi differenti sia al momento dell'ingresso che nel prosieguo del percorso migratorio.

In questo capitolo si descrivono e analizzano le forme e i modi della popolazione, o di una parte di essa, di esprimere e di rappresentarsi il disagio sociale, sottolineando in particolare le implicazioni che si possono riscontrare per la presenza di immigrati.

Il contributo propone uno studio sincronico del lessico migratorio recente, servendosi di fonti lessicografiche e giornalistiche. Si analizzano le parole e le espressioni formatesi come risultato della crisi migratoria, tratte dalle rubriche di attualità nei quotidiani italiani con lo scopo di studiare la rappresentazione e l’immagine mediatica dei migranti.

Il testo che riporta i risultati di ricerca sul ruolo del mediatore linguistico culturale nelle strutture ospedaliere mette in evidenza le molteplici funzioni che la figura del mediatore svolge, sottolineando che se lo si considera semplicemente un traduttore se ne sminuisce la funzione e le potenzialità

Il presente contributo indaga il ruolo delle reti sociali amicali, familiari e lavorative degli immigrati sul sentimento di appartenenza all’Italia. L’analisi si basa sull’indagine 2013 effettuata in Lombardia dall’Osservatorio Regionale per l’Integrazione e la Multietnicità della regione Lombardia (Orim) su un campione di 4.000 stranieri o immigrati provenienti da paesi a forte pressione migratoria. I risultati mostrano con evidenza il ruolo cruciale delle reti sociali, in particolare quello della componente bridging, nel creare senso di appartenenza tra gli stranieri che vivono in Lombardia. Gli stranieri che provano il maggior senso di appartenenza all’Italia sono persone che hanno nella propria rete amicale una buona presenza di italiani se non addirittura una prevalenza di questi rispetto agli stranieri e che dichiarano di condividere appieno le norme sociali e i valori che caratterizzano la società italiana e ne regolano la vita quotidiana

In Italia, la forza lavoro straniera è diventata un elemento fondamentale dell'intero settore agricolo. Le statistiche ufficiali indicano un impiego crescente di operatori stranieri nella maggior parte delle regioni (INEA, 2013) e attualmente, la forza lavoro migrante conta circa 320.000 operatori, rappresentando circa il 25% della forza lavoro non familiare in agricoltura (CARITASMIGRANTES, 2015). Analoghe dimensioni del fenomeno si osservano nel settore dell'edilizia. Il numero crescente di stranieri impiegati nel settore agricolo ed edile è rispecchiato dall'alto tasso di infortuni sul lavoro in cui questi lavoratori sono coinvolti. Secondo quanto riportato dall'Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (INAIL, 2011), l'incidenza degli infortuni è di 38,4 casi per 1.000 operatori tra i lavoratori stranieri, mentre il tasso è di 35.8 casi per 1.000 operatori tra i lavoratori italiani. La normativa italiana in materia di salute e la sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/2008), in applicazione delle direttive europee, obbliga i datori di lavoro a fornire ai loro lavoratori un'adeguata formazione in materia di sicurezza. Tuttavia, molto poco è stato fatto per valutare la comprensibilità e la reale efficacia di questa formazione obbligatoria per i lavoratori stranieri. La letteratura scientifica di settore riporta livelli di comprensione più alti per le attività formative che coinvolgono materiale visuale (immagini e video) in accompagnamento o in sostituzione di quello scritto (Neitzel et al., 2014). In Italia, alcune iniziative incentrate sul miglioramento della formazione dei lavoratori agricoli stranieri sono state lanciate a livello regionale. Tuttavia, questi progetti fanno solitamente ampio utilizzo della comunicazione verbale, ricorrendo a una traduzione delle principali informazioni di sicurezza da veicolare in diverse lingue o all'uso di interpreti: nessuna di queste soluzioni sembra sfruttare appieno i vantaggi offerti dalla comunicazione visiva. Sulla base di queste considerazioni, è stato sviluppato il progetto "SICUREZZA SENZA CONFINI - Una ricerca-intervento per lo sviluppo di soluzioni formative sulla sicurezza accessibili ai lavoratori stranieri.", che propone un approccio ergonomico centrato sull'utente alla progettazione di strumenti formativi. Nello specifico, il progetto ha portato allo sviluppo di uno strumento di formazione sulla sicurezza basato su una comunicazione visiva piuttosto che verbale, che possa minimizzare i limiti imposti dalle barriere linguistiche, per fornire ai lavoratori stranieri impiegati nel settore agricolo e delle costruzioni le conoscenze generali sui concetti di danno, rischio, prevenzione, sulla legislazione in materia di sicurezza e salute sul lavoro e sui rischi presenti nei loro settori di impiego. L'obiettivo finale del progetto è quello di incrementare la consapevolezza di una adeguata cultura della sicurezza e di promuovere l'adozione di comportamenti sicuri durante il lavoro quotidiano tra i lavoratori stranieri.

Il progetto "SICUREZZA SENZA CONFINI - Una ricerca-intervento per lo sviluppo di soluzioni formative sulla sicurezza accessibili ai lavoratori stranieri." propone un approccio ergonomico all'analisi dell'interazione uomo-ambiente di lavoro, per giungere alla identificazione di aspetti critici e conseguente definizione di linee guida per lo sviluppo di interventi user-centred, volti alla promozione della salute e della sicurezza degli operatori. Il progetto si rivolge a lavoratori stranieri impiegati nel settore agricolo e delle costruzioni su territorio piemontese. Obiettivo del progetto è quello di sviluppare un metodo e degli strumenti di formazione innovativi basati sulla comunicazione visuale più che verbale, per minimizzare i limiti imposti dalle barriere linguistiche e fornire ai lavoratori stranieri le conoscenze generali sui concetti di danno, rischio, prevenzione, sulla legislazione in materia di sicurezza e salute sul lavoro e sui rischi presenti nei loro settori di impiego. Da febbraio a dicembre 2016 è stata sviluppata la prima fase del progetto, di analisi del contesto e individuazione della domanda. Si è proceduto ad effettuare il benchmarking delle attuali proposte formative, analizzando i contenuti e le modalità di presentazione/organizzazione degli stessi, al fine di identificare una serie di best e worst practices, su cui riflettere -insieme ad agronomi, ergonomi ed esperti di sicurezza- in vista della progettazione del materiale formativo sperimentale. Tale becnhmarking è stato realizzato attraverso una analisi della letteratura scientifica, di precedenti esperienze condotte su territorio nazionale e in campo internazionale e partecipando come osservatori ai corsi attualmente svolti dalle agenzie formative partner del progetto. In seguito diverse categorie di utenti sono state coinvolte in un processo di progettazione partecipata dell'offerta formativa sperimentale, con l'obiettivo di identificare i problemi prioritari in relazione a lavoro, salute e sicurezza e definire i supporti più adeguati per meglio veicolare i contenuti salienti. In particolare, sono stati condotti 5 focus group con lavoratori stranieri impiegati nel settore agricolo (N= 27) e 4 con operatori competenti nel settore edile (N= 23) per indagare l'efficacia percepita e la soddisfazione nei confronti degli attuali percorsi formativi ed eventuali esigenze in materia di sicurezza sul lavoro. Parallelamente, è stato condotto anche un focus group con i formatori dell'ente partner nel settore agricolo (N=6), per individuare le competenze minime che è necessario trasmettere ai lavoratori per soddisfare i requisiti imposti dalla legislazione in materia, e per elicitare riflessioni sugli attuali materiali formativi e obiettivi di miglioramento. Al momento i materiali raccolti sono oggetto di analisi da parte del gruppo di ricerca e, sulla base delle esigenze emerse nel confronto con i diversi gruppi di utenti, si sta procedendo con l'ideazione e la definizione della struttura del materiale formativo, grazie al coinvolgimento di un esperto in grafica e comunicazione. Il materiale sarà poi sottoposto ad un processo di design iterativo durante il quale il materiale didattico verrà discusso in ripetuti incontri con esperti della sicurezza, formatori e utenti fino a giungere alla versione definitiva.

This contribution takes cue from a teaching experience of Italian L2 to A1-level immigrant students within the SPRAR project in Lucca from November 2015 to May 2016. During lessons, the class has been enriched with students from different places in the world and who talked very different languages. Multilingualism had only one underlying theme: the Italian language used during the lessons. It was the same Italian language which they got accustomed to by living in Italy since about a year. The experience started from the hard fact that the only common knowledge was this basic-level Italian language. So a new strategy was tested: to create couples or small groups made up with students linguistically different (like anglophones with francophones). They were forced to use Italian language and let other students understand through their previous knowledges due to the daily contact with the Italian reality. This brought very positive results such as the creation of discussions about the activities, the mutual correction of mistakes, the increase of communication skills through alternative strategies (like mime or drawing). Despite the different individual and initial levels, Italian language as lingua franca let them understand Italian language more efficiently. L’italiano come lingua franca, il principio dei vasi comunicanti e il miglioramento dei risultati nella classe plurilingue. Un’esperienza didattica Il presente contributo trae spunto da un’esperienza di insegnamento di italiano L2, livello A1, a immigrati adulti all’interno del progetto SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) di Lucca svoltasi tra novembre 2015 e maggio 2016. Il gruppo di corsisti era formato da adulti provenienti da diverse zone del mondo e parlanti lingue distanti tra loro. Tutti vivevano in Italia da circa un anno e poiché l’unica conoscenza comune e di eguale livello era proprio quella – basilare – dell’italiano, si è sperimentata la strategia di formare coppie o piccoli gruppi di studenti linguisticamente distanti (ad esempio francofoni e anglofoni) in modo da sollecitare l’uso delle conoscenze pregresse dovute al contatto quotidiano con la realtà italiana. Ciò ha portato a risultati più che positivi: dibattiti relativi alle attività svolte, correzione tra pari degli errori, un’incrementata capacità di farsi comprendere utilizzando strategie alternative (il mimo, il disegno). Nonostante i diversi livelli iniziali, l’uso dell’italiano come lingua franca ha permesso di far apprendere l’italiano stesso in maniera più efficace e omogenea., Form@re - Open Journal per la formazione in rete, Vol. 16 No. 3 (2016): Results evaluation in special and intercultural education