L’articolo intende proporre una riflessione sulla trasformazione che negli ultimi venti/venticinque anni ha riguardato gli archivi di architettura, dove la produzione di documenti in formato digitale è cresciuta in maniera più che esponenziale. Ormai i tavoli da disegno sono stati completamente rimpiazzati da computer per il CAD (Computer aided design) ed è pratica comune che schizzi preparatori, progetti tecnici, modelli tridimensionali, prototipi, relazioni, presentazioni, fotografie, capitolati, contratti, documenti amministrativi in genere ma anche fotografie, registrazioni sonore e audiovisive e, più in generale, tutti i materiali documentari, siano prodotti con strumenti informatici. Questa trasformazione ha cambiato in modo profondo, e ancora troppo sottovalutato, le modalità di formazione, di organizzazione, di gestione, di conservazione e anche di comunicazione di documenti che da analogici stanno diventando sempre più digitali. Ma la consapevolezza della fragilità di questi archivi è ancora troppo poca. Quali sono le problematiche che questa transizione, dall’analogico al digitale, presenta? Quali le prospettive per gli archivi degli architetti? Come possono intervenire gli archivisti? L’articolo cerca di fornire una risposta a questi interrogativi. The article aims to reflect on the transformation that in the last twenty to twenty-five years has involved architectural archives, where the production of digital documents has grown more than exponentially. By now the drawing boards have been completely replaced by computers for CAD (Computer aided design) and it is common practice that preparatory sketches, technical projects, three-dimensional models, prototypes, reports, presentations, photographs, specifications, contracts, administrative documents but also photographs, sound and audiovisual recordings and, more generally, all documentary materials are produced with computers. This transformation has profoundly changed and in a way that is still too underestimated the methods of creating, organizing, managing, archiving and even communicating documents that are becoming more and more digital. But awareness of the fragility of these archives is still too low. What are the problems that this transition, from analog to digital, presents? What are the prospects for the archives of architects? How can archivists intervene? The article will try to answer these questions.